martedì 8 novembre 2011

Racconto per immagini di una serata d'autunno


Una sera d'autunno...
Non fa troppo freddo e nemmeno piove, però l'atmosfera autunnale c'è e fa venire voglia di coccole goduriose tra le mura di casa.
Ecco la serata di Alice!
Ore 18: 
un'ora di GAG in palestra per riattivare i muscoli, ossigenare i tessuti e fare il pieno di endorfine!
ore 19.00
è il momento beauty-relax! Accendo un bastoncino di incenso e delle candele profumate, e via sotto la doccia. Un bel massaggio rinvigorente col guanto di crine prima e uno rilassante con olio di mandorle dopo, e poi...

Ore 20.00
Pigiama&pantofole...però glamour! :)




Ore 20.30
Una cena coccolosa...Zuppa di verdure con riso e pepe nero. Una delizia di stagione, leggera e calda!


ore 22
...e un dopo cena politically (s)correct? :)



Ore 22.30
...e per concludere divano, libro e gatto!




Buona serata anche a voi!

venerdì 4 novembre 2011

"Non si può essere felicemente sposati: o si è felici, o si è sposati"


I puristi della letteratura storceranno certamente il naso: Fabio Volo non è uno scrittore.
E forse è vero.
Chi prende in mano un libro di Fabio Volo non cerca alta prosa ma è spinto dalla voglia di ascoltare cosa ha da dire il “personaggio” Fabio Volo, che oltre ad essere non-scrittore, è anche non-attore, non-conduttore radiofonico, non-conduttore televisivo...Uno che a forza di essere non, è riuscito a diventare tutto quello che i molti sfigati che passano il loro tempo a criticarlo vorrebbero a loro volta diventare: attori, scrittori, conduttori. Gente profonda insomma, che però nel 90% dei casi poi fa l'impiegato alle Poste, la domenica il pranzo dai suoceri e il sabato sera la scopata triste.
A me Fabio Volo piace molto. 
E non perchè sia un grande scrittore o un grande attore, ma perchè è uno che ha fatto quello che tutti vorrebbero fare: prendersi dalla vita quello che voleva, diventare chi voleva essere, percorrere tante strade senza paura di sbagliare, e sbagliare e rialzarsi, sfuggire alle imposizioni e agli obblighi sociali, essere padrone di se stesso, essere coerente, essere intelligente senza aver studiato, essere profondo e non perdere il sorriso, essere ironico ed essere nuovo.
E poi, la pensa come me in parecchie cose della Vita, e questo me lo rende giocoforza simpatico.
Quindi, in una pausa piovosissima e grigissima di qualche giorno fa, sono entrata in libreria e ho acquistato “Le prime luci del mattino”.
Avvertenza - Se hai intenzione di leggere il libro, ti consiglio di astenerti dalla lettura di questo post, parlerò della trama!
I personaggi di questo libro sono dei prototipi umani riconoscibilissimi e disarmanti nella loro mediocrità, gli avvenimenti di questo libro sono passaggi della vita da attraversare per raggiungere la consapevolezza di chi siamo veramente.
Il libro parla del percorso che compie Elena per portare finalmente alla luce la donna che è.
Elena è il prototipo della donna triste e insoddisfatta di cui Fabio Volo parla spesso anche in radio; Paolo è suo marito, un personaggio triste anche lui, anche lui prigioniero di un matrimonio che mai come in questa storia è la tomba dell'amore. Sia Elena che Paolo alla fine si risveglieranno e sbocceranno liberandosi dalle zavorre, ed entrambi lo faranno attraverso un percorso che passa anche dal dolore e dalla sofferenza.
Poi c'è “Lui”, un personaggio di cui non si fa il nome e che – sfido pubblicamente l'autore a smentirmi sulle pagine di questo blog – altri non è che proprio Fabio Volo: “lui” sa esattamente come risvegliare le donne addormentate dentro l'immagine di se stesse, e lo fa con Elena in maniera esemplare, in un gioco di contrasti quasi estremi. La loro storia è totalmente e al 100% erotica, e contemporaneamente nei giochi estremi che lui inventa per lei c'è sempre una grande dolcezza, c'è complicità. Non è un maschio che sfrutta un corpo femminile sconosciuto per fare giochetti che la moglie non gradirebbe, è piuttosto un uomo che con una compagna adulta e consenziente gioca con il sesso in maniera libera, aperta, bella, naturale. E le fa riscoprire la propria femminilità, la sensualità che credeva inesistente, tanto era nascosta in una parte profondissimo del suo essere. Quella con “lui” è una storia di puro sesso, catartica e liberatoria, ed è così che deve restare; “lui” dietro questa apparente sicurezza tra le mura di casa di casa sua, con bicchieri di vino buono e giochi erotici, fantasia e leggerezza amorosa, cela un enorme vuoto di fondo, un'insicurezza e una paura. Non quella che abbiamo tutti, di non essere amati, ma quella di non essere in grado di amare a sua volta e di provocare sofferenza e dolore nell'altro. E' per questo che “lui” dopo aver compiuto la sua missione si defila e scompare, e a pagina 207 è fuori di scena per sempre.
Per Elena, che nel frattempo ha lasciato Paolo, ha messo in discussione la sua stabilità qotidiana, ha discusso con la sua migliore amica, è un colpo durissimo: adesso è sola, adesso è costretta, volente o nolente, a ricominciare da sé.
E lo fa, attraversa il dolore e lo vive, lo sente e lo fa morire per poi rinascere in una vita tutta nuova che senza quel dolore e quella prova non sarebbe mai stata possibile: la donna che è ora è riemersa grazie a questo processo, e adesso è libera. “Lui” in questa storia, lungi dall'essere il macho-man vincente e donnaiolo, è solo un mezzo, un tramite attraverso cui Elena – e chissà quante altre prima di lei e dopo – conosce per la prima volta una se stessa nuova, bellissima, forte.
Il passaggio che preferisco è quello in cui Elena vive da sola, per la prima volta in vita sua, dopo 38 anni passati a condividere il proprio spazio con qualcuno.

Alla mia età non è facile andare a vivere da sola. E' un'esperienza che non ho mai fatto prima. I primi giorni tornare a casa e trovare tutto spento e silenzioso mi dava un senso di vuoto e di ansia. Le cene da sola, andare a letto sola, svegliarsi sola. La sera non riuscivo a dormire, mi addormentavo sempre tardi e mi svegliavo presto, a ogni piccolo rumore mi alzavo a controllare cosa fosse. Pensavo sempre fossero i ladri che cercavano di entrare.
Tutti i vecchi automatismi erano saltati. Ho dovuto imparare nuove misure, nuovi spazi e tempi. La sera preferivo tornare a casa presto e avevo preso l'abitudine di lasciare una luce accesa in una stanza. Lasciavo una luce accesa anche mentre dormivo.
Continuavo a chiedermi se avessi fatto la cosa giusta. In realtà conoscevo già la risposta – non volevo vivere al fianco di un uomo che non amavo più – eppure certe sere mi sembrava difficile anche solo passeggiare nella mia casa vuota. In fondo sono molte le persone che stanno insieme per compagnia, per abitudine, per dividere le spese. Se si lasciassero, non saprebbero dove andare.
[…] Poi è successo qualcosa, ho superato tutte le difficoltà e senza accorgermene sono entrata in una dimensione nuova. Ho iniziato a stare bene e non vedevo l'ora di tornarmene a casa, chiudere la porta e restare lì da sola a fare le mie cose. Vedevo i quadri appoggiati a terra invece che appesi ai muri ed ero felice: ho sempre preferito così, ma Paolo non era d'accordo. Decidevo di fare una cosa e poi cambiavo idea all'ultimo minuto senza dovermi giustificare né sentirmi i colpa.
Da una settimana a cena mangio la stessa cosa: un semplice riso in bianco con il tonno e un goccio d'olio d'oliva e salsa di soia. Ne vado pazza, è squisito, ma non potreio mai prepararlo per un ospite: è una poltiglia che sembra cibo per cani. Mangio quello che mi piace, quante volte mi va, e all'ora che voglio. Dieci giorni fa, invece, non riuscivo a smettere di mangiare avocado, spalmato sul pane tostato, nell'insalata, con i gamberetti o facendo il guacamole. Non desideravo altro. Mi piace non sentire russare, o tossire, o tirare lo sciacquone del bagno durante la notte. Mi piace non sentire la sveglia di un'altra persona al mattino. Mi piace allungare le gambe e le braccia e girarmi senza paura di disturbare qualcuno.
Qualche giorno fa non riuscivo a dormire e sono venuta qui in cucina a scaldarmi un bicchiere di latte, poi ho acceso la televisione e mi sono resa conto che non dovevo tenere il volume basso né spegnere le luci. È la prima volta che ho un appartamento tutto mio. […] respiro un senso di libertà che non ho mai provato prima. Ho scoperto la bellezza del silenzio tra le mura di casa. Godo della mia solitudine. La sera, dopo mangiato mi preparo una tisana e mi sdraio sul divano a guardare un film o scivolo dentro le pagine di un libro o faccio lunghe telefonate con Carla mentre mi spalmo la crema sulle gambe. Mi compro dei fiori da mettere in cucina, apro una bottiglia di vino anche per berne solamente un bicchiere, a volte metto della musica a tutto volume e ballo da sola per casa. Ho scoperto che è bello tentare di sedurre se stessi. Mi scopro felice semplicemente fissando le tazze colorate e le scodelle nuove sulla mensola della cucina. Quando sono al lavoro, non vedo l'ora di tornare a casa, per farmi un bagno caldo e lungo. Nessuno bussa chiedendomi di entrare, non devo cucinare per altri e non ho orari, non ho obblighi. A volte salto anche la cena, o decido di provare una ricetta nuova e uscendo dall'ufficio passo a comprare tutti gli ingredienti che mi servono, poi scappo a casa per giocare in cucina come una bambina.
Vivere sola mi ha insegnato a chiedermi cosa voglio e cosa desidero. Sembra scontato, ma per me non lo è mai stato. Ho imparato a trovare dentro di me le misure e le ragioni del mio vivere. Ho capito che devo volere ciò che sarò, non posso più vivere per compiacere qualcuno, obbligandomi a essere quella che non sono. Nello specchio di questa casa ho visto la persona che mi sento, una donna che avevo dimenticato e messo da parte senza rendermene conto. Mi sono tornati in mente molti ricordi di quando ero ragazzina e sognavo di cambiare il mondo. Ho ritrovato la voglia di sapere, conoscere, capire. Ogni scoperta è un regalo meraviglioso per me. Mi emoziono quando intravedo nuovi significati.
Nella donna che sono vedo un futuro diverso.
(“Le prime luci del mattino”, pag. 222)




mercoledì 2 novembre 2011

Mente&Corpo, i 7 chakra#primo chakra


Oggi Alice proverà a spiegarvi qualcosa in più sui chakra, quali sono e come funzionano, come la consapevolezza di essi può aiutarci a stare meglio e a vivere in armonia con la natura.

Analizzeremo un chakra al giorno, con calma e attenzione.

Primo Chakra: "Muladhara" o "Chakra della Base"
È la base del sistema, la pietra su cui poggiano gli altri chakra.
L’energia della materia, del denaro, del cibo, delle cose solide e terrestri, delle radici che penetrano profondamente nella realtà e ne traggono nutrimento.
E’ la capacità di appropriarsi di ciò che è indispensabile per il proprio sostentamento, dal cibo allo spazio, alla posizione sociale, al proprio compagno o compagna. Energia di movimento, di conquista, di aggressività.
Significato: radice, sostegno
Dove: perineo, base della spina dorsale. Inoltre: piedi, intestino crasso, gambe, ossa
Elemento: terra
Funzione: sopravvivenza
Ghiandole: surrenali
Colore: rosso
Cibi: proteine
Stato interiore: immobilità, fermezza, stabilità
Disfunzioni: obesità, emorroidi, stitichezza
Erbe per incenso: cedro
Metallo: piombo
Pianeti: Saturno, Terra

Amenorrea e dismenorrea rappresentano il rifiuto della sessualità o della identità sessuale.









 

Motivi per sorridere


È pieno autunno, fa freddo, piove.
Sono nervosa e mi fa male la testa, in maniera latente e fastidiosa.
Ho due colleghi stupidi, totalmente.
Eppure, penso a quando stasera il mio Z. si accoccolerà sul lettone accanto a me, appena un istante dopo aver spento la about jour. Sentirò i suoi passi felpati sul parquet, il balzo elegante con cui salterà sul letto, i suoi occhioni nel buio che mi scrutano. Tirerò fuori, sorridendo, una mano da sotto il piumone, e accarezzerò il pelo grigio e lucido del mio gattino, gli farò i grattini, e lui si arrotolerà su se stesso come fanno i gatti...
Ci addormenteremo così, con i respiri coordinati, con il calore che si trasmette dal suo corpicino al mio.
Ecco un motivo per sorridere!

martedì 1 novembre 2011

10 scuse infallibili per rifiutare un invito non gradito


E' un pomeriggio piovoso e Alice si sente triste, nervosa e infastidita.
Fuori è quasi buio, nonostante siano solo le 17.13. Effetti dell'ora solare...
Questa sera Alice andrà a una cena alla quale non ha nessuna voglia di andare, con gente con la quale non ha nessuna voglia di condividere nulla. Fingerà, Alice, reciterà una parte, sorriderà, rifiuterà del cibo.
Ripeterà che no, il pesce non lo mangia, i vegetariani non mangiano il pesce.
"E allora cosa mangi?". "Che triste, io non ce la farei a mangiare solo insalata!". "Ma le analisi le hai fatte?...devi stare attenta!". Che domande del cazzo, che frasi del cazzo, che gente del cazzo!
E in questo pomeriggio piovoso, Alice vaga con la mente e immagina le scuse che avrebbe potuto escogitare per rifiutare il suddetto invito a cena, senza sembrare scortese e senza dover dare troppe spiegazioni...Vagando con la mente, vengono fuori queste 10, splendide, infallibili scuse.
Da usare la prossima volta.

1) Un improrogabile e non meglio specificato impegno di lavoro. Può essere utile citare riunioni con colleghi provenienti da fuori città o, nei casi più gravi, tirare in ballo appuntamenti con assessori o personaggi difficilmente raggiungibili altrimenti.
2) Compleanno di tua nonna. O di tua zia. Meglio la zia, poichè le zie possono essere molteplici e non si corre il rischio di dichiarare che la propria nonna faccia il compleanno a marzo e poi nuovamente a novembre.
3) Devo andare a prendere mio cugino all'aereoporto. Ottima scusa che permette di essere riproposta anche in orari fuori dal comune (gli aerei atterrano a qualunque ora...)
4) Ho una cena con i colleghi dell'università.
5) Ho una cena con i colleghi di lavoro.
6) Ho una cena con le mie ex coinquiline.
7) Sono indisposta e sto male (attenzione alla cadenza, massimo mensile, ogni 28-30 giorni per l'esattezza...)
8) Ho avuto l'intossicazione, e non posso mangiare nulla.
9) Ho la riunione di condominio: devo per forza andare e firmare perchè non decidano di stanziare 800 euro a condomino per la sostituzione dell'ascensore...Preferisco salire a piedi.
10) Devo portare il gatto dal veterinario. Devo accompagnare mia nonna dal dottore. Devo andare dall'estetista. Devo andare dall'oculista, o dal dentista. Insomma, tirare in ballo appuntamenti che non dipendono dalla nostra volontà ma da professionisti terzi e degni del massimo rispetto.

Naturalmente bisogna calibrare le scuse in base alle giornate (...è un festivo? ...è un feriale? ...è Natale?) e all'orario (ci sono scuse adatte al pomeriggio, altre adatte ad evitare cene o pranzi, e altre ancora utili a tutte le ore), ma soprattutto in base al destinatario (...quanto ci conosce? ...conosce nostra nonna? ...sa che non abbiamo alcun cugino che viva fuori e che possa arrivare con l'aereo? ...che non abbiamo alcun gatto da portare al veterinario?).
Insomma, avrei dovuto pensarci prima.
Stasera mi toccherà andare.
Farò un bagno caldo, mi vestirò con una delle mie mise preferite (qualcosa di boho-chic, con dettagli anni settanta e un paio di accessori originali, possibilmente un tatuaggio in vista) e affronterò 'sta cazzo di cena...Chissà che poi, dopotutto, non mi diverta.
E da domani, dieta detox!



Tre giorni detox


"Ascolta il corpo, seguilo; non cercare mai, in alcun modo, di dominarlo. Il corpo è il tuo fondamento. Quando inizi a capirlo, scompariranno con semplicità il noventanove per cento delle tue sofferenze. Ma tu non ascolti. Il corpo dice: "Smetti! Non mangiare!". Tu continui a mangiare, ascolti la mente. La mente dice: "E' molto gustoso, è delizioso. Ancora un pò!". No, tu non ascolti mai il corpo. Il corpo è nauseato, lo stomaco dice: "Fermati! Il troppo stroppia! Sono stanco!", ma la mente dice: "Senti che sapore...ancora un pò!", e tu continui ad ascoltare la mente. Se ascoltassi il corpo, il noventanove per cento dei problemi scomparirebbe, e il restante uno per cento sarebbe soltanto un episodio, non un vero problema."
(Osho, "L'Arte dell'Equilibrio")

Ebbene, il mio corpo grida a gran voce e questa volta ho intenzione di ascoltarlo! Da domani mattina, inizieranno i miei tre giorni detox, ricchi di acqua, frutta fresca, verdura al vapore, ortaggi e tisane depurative.
Mercoledi, giovedi e venerdi saranno dedicati a ripulirmi dall'interno da tutte le scorie e le sostanze tossiche, e ritrovare un nuovo equilibrio leggero e vitale.
Ecco cosa prevede il percorso...

Mercoledì
Colazione: frutta fresca e tè con un cucchiaino di miele
Alle 12.30: banana
Alle 16.30: mela
Alle 18.30: una tazza di tisana depurativa
Cena: verdure miste al vapore, con un cucchiaino di olio extravergine di oliva e un pizzico di peperoncino fresco

Giovedì
Colazione: frutta fresca e tè con un cucchiaino di miele
Pranzo: insalata mista con verdure di stagione e mandorle tritate
Alle 16.30: una tazza di tisana depurativa
Cena: passato di verdure di stagione con un pugno di fagioli o ceci, un filo d'olio e una spolverata di prezzemolo fresco

Venerdì
Colazione: un bicchiere di latte di soia con un cucchiaino di miele e frutta fresca di stagione
Alle 12.30: una banana
Alle 16.30: una mela
Alle 18.30: una tazza di tisana depurativa
Cena: verdure di stagione saltate in padella e condite con una spolverata di pepe giallo e una spruzzata di salsa di soia

E sabato mattina...il corpo sorriderà!
Naturalmente, Alice posterà giorno per giorno le foto e le ricette detox... :)


lunedì 31 ottobre 2011

Ma Alice, chi è?


Cari lettori,
questo non è un blog letterario, nè un blog di viaggi. Non è un blog di fotografia, non un blog culinario, non è nemmeno un blog di bellezza e fitness, nè di ecologia, di spiritualità, di yoga, di religioni orientali. Non è un blog cinematografico. Non è un blog di politica.
Eppure, in questo blog Alice parlerà di libri, di viaggi, di fotografia, di cucina vegetariana, di bellezza e di fitness, di ecologia, di spiritualità, di religioni orientali, di yoga, di cinema e di politica.
E' il mondo di Alice, il paese delle meraviglie in cui tutte queste cose succedono e danzano in armonia e splendida contraddizione.
Ma Alice, chi è?
Alice ha più di 25 anni, e meno di 35.
Vive in compagnia di un gatto di nome Z., in una città abbastanza grande che non è nè Roma nè Milano, in un piccolo appartamento dal cui balcone, pieno di piante grasse (le uniche che non muoiono facilmente), si vede chiaramente uno spicchio di mare.
Alice ama i colori, le strade del mondo, le musiche nuove. Non ha paura e sorride spesso. Ha molteplici sfaccettature, lati del carattere in apparente contraddizione, ma non se ne cura.
Questo blog sarà un diario, con idee, entusiasmi e storie, con appunti ed esperienze.
Contro ogni regola del buonsenso, e del SEO. Però libero.